Dal carcinoma squamocellulare si guarisce.
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Cancro orale, mortalità altissima e ferma ai livelli di trent’anni fa.
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Anzitutto mi presento: sono Gabriella ed ho 73 anni. Sono nata e vivo a Milano. Ho usato il termine “vivo” anziché “abito”, perché è proprio quello che continuo a fare con il sorriso sulle labbra.

In breve, ecco la mia storia.

Alla fine del 2014, mi accorsi, passando la lingua sul palato, di una ruvidezza mai avvertita in precedenza, che mi indusse a recarmi dal mio dentista (che mi stava seguendo per una parodontite); pur rassicurandomi che nulla avevo da temere, procedette con l’asportazione di un piccolo lembo del palato da far analizzare. La biopsia diede esito negativo.
In seguito, fu la dottoressa di famiglia, che mi consigliò di rivolgermi al centro di patologia orale dell’ospedale San Paolo, un fiore all’occhiello della nostra sanità.
Alla prima visita, incontrai il Prof. Lodi, che dopo alcune premesse (che dovevano servire a informarmi e a tranquillizzarmi), mi invitò a sottopormi a controlli periodici. Purtroppo nel gennaio del 2017, arrivò, come una doccia fredda, il seguente responso: “…..carcinoma verrucoso infiltrante il chorion superficiale, con crescita espansiva ed associazione a flogiosi cronica”.
A seguito di contatti fra l’unità operativa di patologia orale e l’unità di chirurgia maxillo facciale dell’ospedale San Paolo, si arrivò al 27 marzo 2017, data dell’intervento chirurgico. L’intervento durò ben sette ore, durante le quali mi fu asportato la neoformazione, rimossi i linfonodi, effettuata una tracheostomia temporanea e ricostruito il palato con lembo di avambraccio….e, come se ciò non bastasse, dopo un paio di settimane, mi venne inserita una PEG per la nutrizione enterale, che dovetti mantenere in sede per sei mesi.
Dopo un mese di degenza, ne seguì un altro presso IIRCCS (fondazione don Gnocchi) di Milano, per la riabilitazione atta a ripristinarmi la foniatria e la deglutizione.
Il passo successivo, sempre indirizzata dall’Ospedale S. Paolo, è stato l’inizio di un ciclo di radioterapia presso l’Istituto Humanitas di Rozzano.
Intanto la mia alimentazione avveniva parzialmente per via enterale e, con grande difficoltà, per via orale. Finalmente, alla fine di ottobre 2017, mi fu rimossa la PEG, e da allora, a piccoli passi ho iniziato il mio percorso di alimentazione completamente orale; attualmente sono passata dal cibo frullato al semiliquido, riuscendo anche a mangiare alimenti semisolidi sminuzzati…un bel traguardo, direi!

Dopo due anni e mezzo dall’intervento, continuo essere oggetto di controlli (chirurgia maxillo facciale, oncologia, patologia orale e protesica, otorinolaringotria); agli appuntamenti stabiliti, vado sempre con tranquillità e fiducia, perché incontro medici, oserei dire meravigliosi: competenti, qualificati ma, soprattutto “umani”, che fanno di tutto per mettermi a mio agio e che considero ormai come amici, amici speciali che mi hanno aiutato e supportato in questa fase della mia vita e che mi affiancano ancora nel percorso che sto facendo.

La nascita di ACAPO rafforza la mia certezza che i medici di questa associazione contribuiscono veramente a “far sorridere alla vita” di chi, come me, è stata colpita dal cancro alla bocca.

Ho ripercorso la mia storia perché la mia esperienza possa essere d’aiuto a tutti coloro che hanno sulle spalle il peso di questa malattia.

Un rinnovato GRAZIE a tutti!

Gabriella Garavaglia